Spesso mi capita di leggere post, articoli o semplici inserzioni pubblicitarie sul web e in molte si legge chiaramente nella headline (titolo di testa) la frase: “Siamo ciò che mangiamo!”.
Quest’affermazione per quanto possa ritenersi in parte vera, mi ha sempre lasciato molto perplesso, stimolando la mia mente a porsi determinate domande, del tipo:
- come si spiega il fatto che alcune persone, pur mangiando da schifo, dimostrano un’età biologica inferiore a quella anagrafica?
- come si spiega anche il contrario?
- se sono ciò che mangio, come e cosa dovrei mangiare per non ammalarmi mai?
Queste sono solo alcune delle domande che mi vengono in mente, ma ce ne sarebbero molte altre….
In realtà l’affermazione “siamo ciò che mangiamo”, per un essere umano, è semplicemente riduttiva e anche limitante nei confronti del potenziale mente-corpo che ognuno di noi è in grado di sviluppare.
Se hai già letto qualche articolo presente in questo blog (diversamente ti invito a farlo), sai benissimo come la penso, ossia che non è vero che siamo ciò che mangiamo, ma solo in parte: ovvio che non posso pretendere di avere un fisico da attrice hollywoodiana se mangio pizza e patatine fritte dalla mattina alla sera, ma nemmeno pensare di poter raggiungere quella tipologia di fisicità semplicemente mangiando petto di pollo ed insalata…è solo un esempio estremizzato, ma rende molto l’idea.
C’è molto di più!
In questo articolo cercherò di fare chiarezza su che “linea” seguire per mangiare in modo sano o comunque funzionale alla nostra salute.
Solitamente quasi tutti gli approcci alimentari più conosciuti funzionano: dieta paleo, zona, digiuno intermittente, dissociata, chetogenica, ecc.. Tuttavia il punto veramente cruciale su cui soffermarsi è che non è il tipo di approccio alimentare a produrre risultati, ma SEMPRE il grado di coinvolgimento in quello che si fa. Se credi in quello che fai i risultati arrivano, questo sicuramente è il primo punto essenziale, senza il quale non si potrebbe nemmeno pensare al percorso stesso!
Dopodiché c’è l’approccio, ossia il COME, che per farla breve: se mangi più del tuo fabbisogno energetico giornaliero nel tempo ingrassi, mentre se mangi meno dimagrisci, tutto qui.
Facile no?
E allora qualcuno potrebbe dire: come mai l’obesità, soprattutto giovanile, è in continuo e notevole aumento?
O più semplicemente: come può essere che mangiando solo due volte al giorno e poco, comunque non dimagrisco?
Ottime domande!
Diciamo che al giorno d’oggi di informazione in giro ce n’è fin troppa, abbiamo un surplus di studi, statistiche, dati, ma all’interno dei quali si è prodotto più disinformazione che altro!
Di conseguenza ci ritroviamo di fronte a gente poco o male informata e soprattutto legata a tutta una serie di “sentito dire”, quasi come fossero diffusori di “regole” più legate alla superstizione che altro…
In questo marasma, mi rendo conto che possa essere veramente difficile riuscire a trovare delle linee guida in grado di fornire un quadro semplice ma allo stesso tempo chiaro e soprattutto in grado di portare a risultati pratici.
Vediamo insieme di fare chiarezza.
QUALI SONO I PARAMETRI CHE DISTINGUONO I VARI ALIMENTI
In chiave salutista è importante avere ben chiaro come saper distinguere un alimento da un altro, soprattutto se il nostro intento è quello di dimagrire o anche semplicemente di mantenere una situazione corporea già buona.
Partiamo dall’assunto che più un alimento ha potere saziante, più questo alimento è in grado di farci dimagrire e di concorrere ad aumentare la qualità della nostra salute, quindi si dovrà tener conto della:
- densità energetica dell’alimento;
- risposta insulinica;
- quantitativo proteico;
- percentuale di fibre;
- lavorazione dell’alimento.
Per densità energetica si intende la quantità di energia (kCal) immagazzinata in un alimento per unità di volume o di massa. Nel pratico, se volessimo assumere 100 kCal da un piatto di pasta al pomodoro dovremmo mangiarne un quantitativo pari a circa 120gr, ma lo stesso quantitativo calorico se derivante dall’insalata equivarrebbe a circa 700gr (sei volte tanto!). Da ciò si deduce chiarimento che più un alimento è idratato e meno è calorico: l’esempio dell’insalata ne è la dimostrazione eclatante, inoltre va ricordato che alimenti con una medio-bassa densità energetica contribuiscono ad aumentare il senso di sazietà! Questo non significa assolutamente che allora dobbiamo diventare dei ruminanti, ma semplicemente veicolare con maggior consapevolezza la scelta del tipo e della quantità di un dato alimento.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la risposta insulinica che un alimento è in grado di innescare. Questo può dipendere sicuramente dallo stato di salute di chi lo assume: se l’individuo è diabetico o comunque affetto da insulina resistenza ci troveremo in una situazione di funzionamento anomalo di questo ormone e in questo caso l’alimentazione sarà gestita da un medico.
L’insulina è comunque un ormone saziante e, in condizioni normali, dovrebbe contribuire a garantire il giusto senso di sazietà. Solitamente gli alimenti con un’elevata risposta insulinica sono alimenti che al loro interno hanno un’elevata concentrazione di zuccheri, quindi alimenti con un alta densità energetica e quindi alimenti da utilizzare con parsimonia e nelle giuste quantità.
Anche gli alimenti proteici se assunti oltre una certa quantità (solitamente oltre le 500kCal) sono in grado di generare una risposta insulinica, ma allo stesso tempo, a causa delle basi azotate presenti in questa tipologia di alimenti, presentano un processo digestivo più lungo, che contribuisce ad aumentare proprio il senso di sazietà.
Sicuramente va ricordato che più un alimento è ricco di fibre e più mantiene un elevato potere saziante, inoltre le fibre presenti generalmente non contribuiscono ad aumentare l’apporto calorico.
Infine è molto importante il processo di lavorazione a cui è stato sottoposto un alimento: un alimento cotto aumenta la propria densità energetica rispetto ad un alimento crudo, inoltre se sottoposto a processi di trasformazione (vedi cibi industriali), solitamente vengono alterate, e in parecchi casi distrutte, le proprietà nutrienti dell’alimento stesso, che si traduce di nuovo in un aumento del quantitativo di zuccheri e del livello di densità energetica.
COME MUOVERSI?
Come vedi quando ti trovi a fare la spesa se fai attenzione e tieni presente questi semplici parametri, potresti riuscire a saper distinguere facilmente su quali tipologie di alimenti indirizzare l’acquisto, al fine di poter promuovere uno stato di buona salute e benessere generale, inoltre sarai in grado di leggere con maggior consapevolezza le etichette degli alimenti confezionati.
In generale sarebbe sufficiente abbinare esigui quantitativi di alimenti ad alta densità calorica con maggiori quantità di alimenti a medio-bassa densità energetica, alternando cibi sia crudi che cotti, in modo da riuscire a creare un’alimentazione che sia funzionale al benessere ma allo stesso tempo piacevole ed appagante.
Per questi motivi, riallacciandomi all’assunto “siamo ciò che mangiamo”, come ben saprai determinati risultati si raggiungono principalmente attraverso il giusto focus, motivazione, l’impegno costante insieme al sacrificio (in tutto ovviamente) e perché no, anche un pizzico di fortuna. Dunque riconosciamo il nostro potere di saper manifestare la realtà che più ci piace in maniera assolutamente consapevole e riformuliamo il precedente assunto in questo modo:
“siamo ciò che desideriamo essere”.
Pensaci bene a quello che vorresti e non abbandonare mai i tuoi desideri!
Ciao Diego… ben tornato !
era parecchio che non vedevo i tuoi articoli, per quanto riguarda l’attuale; ottimo direi.
A presto, Stefano
Grazie Stefano! Mi sono riattivato…spero ti sia utile, a presto 😉